Il governo al lavoro sulle nuove misure anti-Covid: cosa dobbiamo aspettarci dal nuovo Premier Mario Draghi e quali sono le sue priorità.
Nella giornata di lunedì il governo Draghi si confronterà per la prima volta concretamente con l’emergenza coronavirus: Palazzo Chigi ha reso nota la convocazione del Cdm in data 22 febbraio alle ore 9.30 per discutere del nuovo decreto legge e di nuove misure anti-Covid.
Di seguito la comunicazione della Convocazione del Consiglio dei Ministri.
Governo Draghi, il primo Cdm sulle nuove misure anti-Covid
Il primo tema sarà quello dello spostamento tra le Regioni. Il divieto scade il prossimo 25 febbraio e con ogni probabilità sarà prorogato. A differenza di quanto ipotizzato in un primo momento, il divieto dovrebbe essere prorogato anche dopo il 5 marzo, data di scadenza del dpcm attualmente in vigore.
Arriva in Cdm anche il sistema a colori che sta regolando questa fase dell’emergenza sanitaria. La divisione in zone di rischio resterà ma probabilmente sarà modificata – o almeno semplificata – la valutazione del rischio che ora ruota intorno a 21 parametri. E a proposito di colori, i Presidenti delle Regioni respingono l’ipotesi della zona Arancione nazionale.
Non si esclude che nel Consiglio si possa parlare della scuola. I Presidenti delle Regioni hanno espresso preoccupazione per la circolazione del virus e chiedono di affrontare la discussione senza prese di posizione ideologiche.
Ovviamente in Consiglio dei Ministri si parlerà anche del prossimo dpcm, primo vero banco di prova per il nuovo governo Draghi per quanto riguarda l’emergenza coronavirus. Il Presidente del Consiglio dovrà coniugare due obiettivi che sembrano inconciliabili: tenere la linea di rigore per evitare una ripresa della circolazione del virus evitando di penalizzare le attività produttive. È presumibile che anche dopo il 5 marzo il governo possa affidarsi al sistema a colori per la gestione dell’emergenza.
La Conferenza delle Regioni, Bonaccini: “Occorre un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale”
In vista della giornata di lunedì le Regioni si sono riunite per fare il punto della situazione e nelle prossime ore invieranno al governo una serie di proposte in vista del prossimo dpcm. Bonaccini ha sottolineato l’importanza di procedere con un cambio di passo nella campagna di vaccinazione. Inoltre i Presidenti delle Regioni ritengono che sia necessario lavorare per la ripresa economica del Paese, piegato dalle chiusure e dalle aperture ad intermittenza che non premiano le attività.
“Lavoro comune ed intesa fra tutte le Regioni che nelle prossime ore presenteranno al governo una piattaforma di proposte in vista del prossimo Dpcm, nella convinzione che occorra un deciso cambio di passo nella campagna vaccinale e per la ripresa economica. Anche per questo abbiamo chiesto al Governo un incontro urgente“, ha dichiarato il Presidente Stefano Bonaccini al termine della Conferenza delle Regioni che si è tenuta il 20 febbraio.
“La priorità adesso è la campagna vaccinale. Sta andando a rilento. E questo non per disguidi organizzativi, per carenza di personale o indisponibilità della popolazione. Il problema è nell’approvvigionamento. Per questo chiediamo al Governo di intraprendere ogni sforzo per reperire più dosi. Le Regioni sono a disposizione nelle forme e nei modi utili e possibili, a partire dal coinvolgimento diretto di aziende e filiere nazionali. È poi necessaria anche una verifica sul personale che occorrerà coinvolgere e stiamo già collaborando attivamente con il Governo per arrivare ad un accordo quadro con i medici di medicina generale”, ha proseguito Bonaccini.
“Oggi abbiamo anche affrontato tutte le questioni che riguardano la revisione dell’attuale sistema di regole che definisce l’entrata e l’uscita dalle diverse zone. È necessaria una revisione ed una semplificazione con la contestuale revisione dei criteri e dei parametri di classificazione. Serve un respiro più lungo ed un’analisi approfondita dei luoghi e delle attività, anche in base ai dati di rischio già accertati […]. Occorre che le misure siano conosciute con congruo anticipo e tempestività dai cittadini e dalle imprese“, prosegue il Presidente della Regione Emilia Romagna.